Vinted…crea dipendenza
Ahimè, sono caduta anche io nella rete di Vinted! Spinta da mia cugina che si vantava di fare vendite di continuo, mi sono iscritta da poco, pertanto non sono un’esperta utilizzatrice della piattaforma, ma qualcosa penso di averla capita.
Credo che tutte conosciate Vinted, grazie anche alla pubblicità televisiva, ma per chi ancora non ne ha sentito parlare (io ero una di quelle fino a pochissimo tempo fa), Vinted è un markeplace che consente a coloro che si registrano di vendere, acquistare e scambiare capi di abbigliamento e accessori di seconda mano. E’ possibile accedere sia tramite sito che tramite App. Le categorie sono tante, abiti e accessori di moda (donna-uomo-bambino), giocattoli, articoli vari per la casa, prodotti tecnologici, prodotti homemade. Una volta registrato l’utente può visionare gli ‘armadi’ degli altri utenti, acquistare, o mettere subito in vendita un articolo. Ecco, devo dire che chi ha progettato la piattaforma lo ha fatto davvero bene, la procedura di vendita è talmente chiara e facile che vendere diventa un gioco da ragazzi.
Attenzione però, mettere in vendita è una cosa, vendere ne è un’altra, e qui entra in gioco la capacità di attirare gli utenti grazie a vari stratagemmi.
Ovviamente tutto parte dalle fotografie; bisogna curare bene la luce (naturale, mai flash), lo sfondo (terribili le foto sul pavimento di casa), l’angolazione, la capacità di far vedere i dettagli. Una cattiva foto per quanto bello possa essere l’articolo difficilmente genererà numerose visualizzazioni. Grande importanza ha anche il titolo, bisogna chiarire al meglio ciò che si vende, si tratta infatti di una sorta di descrizione breve, e credo sia fondamentale per la ricerca da parte degli acquirenti. Altro elemento chiave è il prezzo di vendita, e su questo apro una parentesi. Vedo annunci con prezzi spropositati, capisco che per un certo brand si sia speso molto, ma è pur vero che si sta vendendo un articolo utilizzato e del quale ci si vuole disfare (ad eccezione per i prodotti mai utilizzati e ancora con cartellino), senza tener conto che nessuno rischierebbe di spendere una somma molto alta senza avere garanzie.
Una volta messo in vendita un articolo, bisogna aspettare che qualcuno si faccia vivo. Quando un utente è interessato può inviare una controfferta, che voi siete liberi di accettare o rifiutare. Se accettate, dove aspettare che l’utente interessato confermi la vendita per poi procedere con la spedizione. Non c’è possibilità di errore, perché vinted vi manda notifiche per ogni cosa, vi guida passo passo per semplificare tutto il processo. Una volta venduto, basta impacchettare l’articolo, stampare l’etichetta da appore sul pacco e portarlo al centro UPS più vicino. Quando l’utente riceverà il prodotto, compariranno i soldi della vendita sul vostro account Vinted. Se avete barato nella descrizione e avete nascosto dei difetti del prodotto, oltre a ricevere sicuramente una recensione negativa, dovrete rimborsare i soldi guadagnati se il compratore farà richiesta di rimborso restituendovi il pacco.
Qual è stata la mia esperienza di vendita con Vinted? Come vi ho già detto, sono iscritta da poco, da una decina di giorni, ma appena ho caricato tre articoli dopo appena due giorni ho venduto un porta posate di stoffa realizzato da me. Ma non è tutto oro quello che luccica….da quanto ho capito i nuovi utenti hanno una sorta di priorità che gli permette di avere una certa visibilità per i primi giorni, dopo di che diventa molto difficile mostrare il proprio armadio perché risultano visibili soprattutto gli utenti che pagano per avere l’armadio in evidenza nella home, o che mettono un ‘boost’, ossia una funzione a pagamento che garantisce una maggiore visibilità ad un articolo e aiuta a venderlo più velocemente. Altro modo per farsi notare è quello di partecipare attivamente alla community, interagire con gli utenti nel forum, seguire e invitare a farsi seguire, aggiungere ai preferiti alcuni prodotti degli utenti e così via.
Quanto all’acquisto non ho ancora provato, ma condivido pienamente l’idea del riciclo come modo per aiutare l’ambiente, e appena troverò qualcosa di convincente mi cimenterò anche a comprare.
Ad ogni modo, qualora decideste di registrarvi a Vinted o siate già registrate, date un’occhiata al mio profilo, sono livelyde (abbreviazione di livelydesign, il marchio home made dei miei porta posate). Se poi siete delle esperte della piattaforma sono pronta ad ascoltare i vostri consigli e startegie di vendita/acquisto, e a condividere la vostra esperienza.
Concludo dicendo che Vinted genera dipendenza, vi scoprirete a ficcare il naso in ogni angolo della casa alla ricerca di oggetti da mettere in vendita, e perfino una come me che tende a buttare via tutto perché non sopporta la roba accumulata scova di tanto in tanto qualcosa da inserire nell’armadio online!
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