Niente e nessuno può separare i bambini
Sabato ho portato Bianca alla sua prima festa post quarantena. Organizzata con un numero limitato di bambini (una decina), in un parco all’aria aperta. Considerate le notizie rassicuranti che arrivano ormai da qualche settimana dalle fonti ufficiali, ho pensato che fosse il caso di incamminarsi verso la normalità, con attenzione si, ma senza paranoie.
Vedere la felicità di quei bambini che dopo tanto tempo si sono incontrati e correvano all’impazzata nel parco passando da un gioco all’altro, mi ha emozionato. Mia figlia in questi mesi ha incamerato e assorbito tutte le mie ansie e preoccupazioni, ascoltando tg e facendo domande, e ad un certo punto era davvero spaventata all’idea di contagiarsi, al punto che è stata la prima a tenere a distanza nonni e zii quando ha potuto incontrarli dopo mesi. Però sabato, alla vista delle sue amiche, in un attimo ha dimenticato tutto, paure, giorni di quarantena, precauzioni, e dopo qualche minuto erano lì che si prendevano per mano e saltellavano felici. E’ stata liberatoria questa festa, ha mandato a quel paese ogni residuo di ansia, perché in fondo da qualche parte si deve pur ricominciare. Mi viene da pormi una domanda, se per i bambini sia più dannoso il virus o la mancanza del gioco, delle amicizie, dello sport e del contatto diretto con le maestre.
Non so darmi una risposta, ciò che mi ha impensierito è che di fatto è impossibile tenere i bambini distanti, non puoi impedir loro di avvicinarsi, di toccarsi, di ridere insieme, per cui ‘la scuola in sicurezza’ sarà un buco nell’acqua. La scuola in sicurezza, sebbene non siano ancora note le regole precise, prevede bambini soldatino, che stanno fermi nei banchetti e non si relazionano tra di loro, o che magari indossano una mascherina per 4-5 ore. Impossibile da realizzare, e se anche ci si riuscisse, quanto sarebbe piacevole per i bambini andare a scuola? Le maestre, soprattutto nei primi anni di scuola elementare, puntano ad instaurare un rapporto di fiducia, di dialogo, fino a diventare delle figure di riferimento importanti per i bambini, anche sostitutive della mamma per alcuni versi. Se si elimina il contatto fisico, e si impongono mascherine e distanza, a patto che qualcuno riesca a rispettare le regole, quanto funzionerà il rapporto umano con i bambini? Quanto avranno voglia in queste condizioni i bambini di imparare, di stare coi compagni, di rinunciare al compagno di banco?
La scuola dell’infanzia è un capitolo a parte, non ci sono soluzioni e regole che terrebbero. Meglio non pensarci, con un po’ di ottimismo è probabile che il prossimo inverno ci riservi una bella sorpresa, regalandoci un virus ammansito incapace di far grossi danni.
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