Non so voi, ma io appartengo alla categoria delle mamme urlatrici. Mi ritrovo mio malgrado ad emettere urla acutissime vicine agli ultrasuoni più volte al giorno, in prevalenza in serata.
Non so voi, ma io appartengo alla categoria delle mamme urlatrici. Mi ritrovo mio malgrado ad emettere urla acutissime vicine agli ultrasuoni più volte al giorno, in prevalenza in serata.
Sabato ho portato Bianca alla sua prima festa post quarantena. Organizzata con un numero limitato di bambini (una decina), in un parco all’aria aperta. Considerate le notizie rassicuranti che arrivano ormai da qualche settimana dalle fonti ufficiali, ho pensato che fosse il caso di incamminarsi verso la normalità, con attenzione si, ma senza paranoie.
Il lunedì è un incubo, due ore e mezza di videolezioni per Bianca la mattina, trenta minuti che diventano quarantacinque per Luna il pomeriggio. Ed io ferma immobile accanto a entrambe, abbastanza vicina da impedir loro di toccare il pc ogni istante e di attivare il microfono quando gli pare, abbastanza lontana da non essere inquadrata dalla webcam in tutto il mio splendore di donna tuttofare senza trucco e in abiti da casa.
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