L’iscrizione alla scuola elementare
Visto che è tempo di iscrizioni a scuola, vi racconto la mia esperienza quando l’anno scorso ho dovuto iscrivere Bianca alla scuola elementare. Arrivare ad una decisione definitiva mi ha provocato notti insonni, avevo paura di fare una scelta sbagliata, ho valutato tutti i pro e contro più volte, confrontandomi con altre mamme e cercando di non anteporre i miei interessi a quelli di mia figlia.
Nel passaggio dall’asilo alle elementari le decisioni da prendere sono fondamentalmente due: quale istituto scegliere ed il tempo scolastico, ossia tempo normale o prolungato. Ovviamente il discorso è molto soggettivo, in quanto la scelta dipende da esigenze che cambiano da una famiglia all’altra, le variabili infatti sono tante, tipo la possibilità di spostamento in auto, il lavoro dei genitori, l’aiuto da parte di nonni o zii, la personalità e il carattere dei bambini.
Ma andiamo per ordine.
Prima questione: l’istituto da scegliere. Nel mio caso avevo la possibilità di scegliere tra varie scuole, vivendo in un piccolo centro dove non ci sono grossi rischi che un bambino non venga accettato da un istituto che non rientra nel proprio circondario di residenza. Ho partecipato agli open day promossi dalle scuole e questi mi hanno aiutato a capire cosa escludere. Poi essendo iscritta ad un gruppo facebook della mia città, ho iniziato ad informarmi sulle esperienze di chi aveva i figli in una certa scuola, delle sezioni e degli insegnanti.
Scelta la scuola, sulla quale sono stata abbastanza decisa da subito, è iniziato il dilemma: tempo normale (27 ore) o pieno (40 ore)? Per le mamme che lavorano a tempo pieno e non hanno nonni che le aiutino, probabilmente la scelta è obbligata, tempo pieno con aiuto di baby sitter per le ore eventualmente scoperte. Per chi invece non lavora ci sono varie valutazioni da fare. Iscrivere un bambino a tempo normale vuol dire sicuramente farlo stancare di meno, lasciargli un po’ di tempo di riposo prima di iniziare le attività pomeridiane (compiti, attività sportive), fargli mangiare un pasto della cui qualità siamo certe, così come del fatto che gli piaccia e che lo finisca nel tempo che vuole (per me che ho due figlie che mangiano poco e lentamente è importante assecondare i loro gusti e dargli un po’ più di tempo per concludere il pasto). Di contro, il tempo normale risulta più stancante per una mamma che ha tempi molto più ristretti per i tanti impegni giornalieri, dovendo destreggiarsi tra servizi, andate e ritorni da scuola, spesa, preparazione del pranzo, assistenza ai compiti. Se si lavora da casa come freelance la situazione si complica parecchio.
Il tempo pieno, con orario prolungato generalmente fino alle 16, lascia molto più spazio alle mamme ma pesa di più sui bambini. La differenza la fa scuola. Ci sono scuole che considerato il prolungamento pomeridiano non assegnano compiti a casa, ma li fanno svolgere direttamente nell’orario scolastico, ed altre invece che nonostante le otto ore assegnano compiti a casa. Iscrivere un bambino ad una scuola del primo tipo vuol dire non seguire i propri figli nei compiti (che per alcune mamme è un sollievo), ma comporta il fatto che quando i bambini si iscriveranno alla scuola media avranno un duro impatto con la mole di compiti da eseguire, non essendo mai abituati a svolgerli da soli. Se si sceglie invece una scuola dove pur uscendo alle 16 si hanno compiti a casa, si grava molto sui bambini che hanno poco tempo per dedicarsi ad altro.
La scuola che ho scelto per Bianca è del secondo tipo, per cui ho preferito iscriverla ad orario normale, 27 ore settimanali, con uscita alle 13.30 cinque volte a settimana.
Dovendo fare una valutazione a quasi 4 mesi dall’inizio della scuola, direi che sono soddisfattissima, quando esce da scuola Bianca è fresca e pimpante, con la voglia di fare i compiti appena rientrata a casa, tanto che devo insistere affinchè mangi prima. Direi che l’orario senza prolungamento è a misura di bimbo, ma è anche adatto ad una mamma casalinga o che abbia l’aiuto dei nonni. Infatti in prospettiva, poiché ho intenzione di riprendere a lavorare come facevo qualche anno fa, dovrò trovare una soluzione. Per il momento, va bene così, mia figlia è felice e lo sono anche io.
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